Come i pesci nell’acqua in cui nuotano, siamo immersi nel flusso delle informazioni. Viviamo continuamente esposti a opinioni e punti di vista diversi. Tra realtà e interazioni. Costantemente circondati da una moltitudine di voci che cercano di catturare la nostra attenzione e influenzare le nostre convinzioni. La soluzione non può essere quella di tapparsi le orecchie, come fece fare Ulisse ai suoi marinai, per evitare di ascoltare. Siamo indipendenti, e allo stesso tempo plurali e liberi. Se vogliamo assumere un ruolo ancor più determinante per la tutela dei lavoratori, dobbiamo saper ascoltare, pensare liberamente, decidere con responsabilità. La Uil Scuola Rua rappresenta tutti i lavoratori della conoscenza e ogni giorno si occupa di difendere i loro diritti, negoziando le migliori condizioni di lavoro e lottando per promuovere il riconoscimento che il personale merita per il lavoro che svolge. L'ascolto e il confronto non significano necessariamente accettazione acritica. Possiamo prestare attenzione alle opinioni degli altri, anche se diverse dalle nostre, e mantenere una posizione critica, difendere le nostre convinzioni. Avere rispetto del dissenso è parte della democrazia. Come mediare, negoziare e decidere. Insomma, come Ulisse, possiamo scegliere: ci tappiamo le orecchie oppure andiamo dritti sulla via dei nostri valori. Io una risposta ce l’ho.
Giuseppe D'Aprile, Segretario generale Uil Scuola Rua
Le otto manifestazioni che hanno cambiato la storia: il nostro foto racconto
Dalla marcia del sale di Gandhi alla caduta del Muro di Berlino, dalle proteste di Tienammen alla Primavera Araba, esploriamo alcune tra le manifestazioni più influenti e più importanti attraverso il nostro fotoracconto.
18 Luglio 2023
Redazione
18 Luglio 2023
Hanno lasciato il segno per sempre, scosso le fondamenta delle società e dei governi, combattuto l’ingiustizia, richiesto uguaglianza e spianato la strada per un mondo migliore. In poche parole, hanno cambiato la storia.
Ci siamo cimentati in una operazione amarcord, che attraverso otto immagini simbolo, racconta (pur parzialmente) alcune tra le manifestazioni più influenti dell’ultimi cento anni: dalla Marcia del sale di Gandhi alla caduta del Muro di Berlino, dalle proteste di Tienammen all’Onda Verde iraniana.
La Marcia del Sale (1930)
Attraverso la disobbedienza civile non violenta, Gandhi ha guidato milioni di indiani sfidando il monopolio britannico. Furono quasi quattrocento ichilometri percorsi dal leader del movimento di emancipazione indiano, dal suo ritiro religioso a Sabarmati fino a Dandi, sulle coste dell’oceano Indiano.La sua intenzione era denunciare il monopolio con cui il governo britannico sfruttava le miniere di sale in India. Questa manifestazione ha portato all’indipendenza dell’India nel 1947 ed è diventata un simbolo internazionale di lotta pacifica per i diritti civili.
La Marcia per i Diritti Civili (1963)
La marcia su Washington del 1963, guidata da Martin Luther King Jr., è stata un momento epocale nella lotta per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti. La manifestazione pacifica ha richiesto l’uguaglianza razziale e ha culminato nel famoso discorso “I Have a Dream” di King. Ha contribuito all’approvazione del Civil Rights Act del 1964 e ha ispirato movimenti per i diritti civili in tutto il mondo. Ad ascoltarlo, circa 300.000 persone. Molti dei partecipanti provenivano da diverse unioni per i diritti civili, ma anche da organizzazioni religiose e sindacali.
La Primavera di Praga (1968)
La Primavera di Praga è stata una manifestazione di riforme politiche e libertà in Cecoslovacchia. Iniziò il 5 gennaio 1968, quando lo slovacco Alexander Dubček divenne segretario del Partito Comunista di Cecoslovacchia, terminando il 20 agosto dello stesso anno, quando un corpo di spedizione militare dell’Unione Sovietica e degli alleati del Patto di Varsavia, invase il paese. La popolazione cecoslovacca cercò con grande partecipazione di allentare il controllo sovietico e di ottenere maggiore autonomia politica. Sebbene l’intervento militare sovietico abbia violentemente soffocato la protesta, la Primavera di Praga ha rafforzato la lotta per i diritti umani in Europa orientale.
I Moti di Stonewall (1969)
I moti di Stonewall, avvenuti nel quartiere di Greenwich Village a New York, hanno segnato l’inizio del movimento per i diritti LGBTQ+. Dopo una serie di irruzioni della polizia nei bar frequentati dalla comunità gay, le persone si ribellarono e scatenarono violenti scontri. A scatenare la mobilitazione fu la giovane Syilvia Rivera, che dopo essere stata pungolata con un manganello dagli agenti, lanciò una bottiglia contro uno degli agenti. Questa protesta ha innescato un movimento di orgoglio e di lotta per i diritti delle persone LGBTQ+ in tutto il mondo.
La Rivoluzione dei Garofani (1974)
All’inizio degli anni ’70, il Portogallo era sotto il regime dittatoriale di António de Oliveira Salazar, che aveva governato il paese con mano di ferro per quasi 40 anni. Il regime autoritario era caratterizzato dalla censura dei media, dalla mancanza di libertà di espressione e dai diritti umani limitati. La guerra coloniale portoghese, combattuta in Angola, Mozambico e Guinea-Bissau, aveva aggravato le tensioni sociali e l’economia era in uno stato di stagnazione. A differenza di molte altre rivoluzioni, la Rivoluzione dei Garofani si distinse per la sua natura pacifica. I cittadini portoghesi, stanchi dei decenni di oppressione, si unirono ai soldati ribelli nelle strade per mostrare solidarietà e chiedere la fine della dittatura. La popolazione civile offrì fiori e cibo ai soldati, che risposero con garofani rossi piantati sulle canne delle loro armi da fuoco. Questo gesto simbolico diede il nome alla rivoluzione e divenne un potente simbolo di resistenza non violenta.
Le proteste di Piazza Tiananmen (1989)
La protesta di Piazza Tiananmen fu innescata dalla morte dell’ex segretario generale del Partito Comunista Cinese, Hu Yaobang, che era un simbolo di riforme e di maggiore libertà. I manifestanti, inizialmente composti principalmente da studenti, chiedevano una maggiore democrazia, la fine della corruzione e una maggiore apertura politica. La protesta raggiunse il suo apice il 4 giugno 1989, quando le autorità cinesi decisero di reprimere violentemente i manifestanti. Le truppe armate e i carri armati furono inviati per disperdere la folla che si era radunata in piazza Tiananmen a Pechino. Le immagini dei carri armati che avanzavano contro i manifestanti pacifici fecero il giro del mondo, suscitando indignazione internazionale.
L’Onda Verde in Iran (2009)
Dopo l’annuncio della vittoria di Ahmadinejad alle elezioni del 2009, la folla si è riversata nelle strade di Teheran e di altre città iraniane per protestare contro i brogli elettorali. Il colore verde è diventato il simbolo del movimento, adottato dall’ex primo ministro Mir-Hossein Mousavi, che divenne il leader spirituale dell’Onda Verde. Le manifestazioni hanno coinvolto persone provenienti da tutti gli strati sociali e di tutte le età, compresi studenti, intellettuali, donne e lavoratori. Durissima la repressione del governo, completamente censurata dai media. Le forze di sicurezza hanno disperso le manifestazioni utilizzando manganelli, gas lacrimogeni e arresti di massa. Sono stati riportati casi di violenza, torture e violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza contro i manifestanti. Sebbene l’Onda Verde non abbia portato a un cambiamento immediato nel sistema politico iraniano, ha avuto un impatto duraturo sulla società e sulla politica del paese. Ha rafforzato la consapevolezza della necessità di riforme democratiche e di un maggior rispetto dei diritti umani.
Anche quest’anno, come ogni anno, migliaia di persone, fra studenti, genitori e insegnanti «vivranno momenti magici, quando ricominceranno le lezioni in tutta Italia…: nuclei di umanità che entreranno in rapporto, mondi interiori pronti a travasare gli uni negli altri, sensibilità a confronto, caratteri in formazione e maturità da conquistare» – scriveva lo studioso Eraldo Affinati qualche tempo fa sulle pagine di Repubblica.
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