Donne medico che operano negli ospedali da campo senza anestetico.
Donne sotto le bombe senza più latte.
Donne travestite da bambole violentate nei tunnel.
Donne che muoiono di fatica nelle fabbriche di tessuti.
Donne uccise per troppo amore.
Non è questo il mondo che avremmo voluto vedere alla fine di un anno che lega il vecchio, al nuovo 8 marzo.
Mentre i diritti della persona si affievoliscono e aumenta la fragilità delle conquiste fatte nei decenni passati (diritto all’aborto, tutela delle famiglie di fatto, rispetto della genitorialità) quello delle donne resta un posto scomodo: dove si decide, in fabbrica, a scuola, a casa, perché non ammettete reticenze, incertezze, dubbi, pause.
Non avere paura, non arrendersi, non smettere di ripetere, non sbagliare: la declinazione dei verbi delle donne al negativo va capovolta. Definitivamente. Per tutte.
Avere fiducia, trovare risposte, crescere in sicurezza, decidere liberamente, rafforzare l’identità: sono queste le azioni che vogliamo compiere.
Nelle pagine che seguiranno abbiamo raccolto i testi delle donne del Coordinamento Pari Opportunità della Uil Scuola. Parole che hanno tutte uno stesso punto di partenza: agire, non celebrare.
Buone azioni a tutte.
Francesca Ricci