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Non chiamatela ora di ginnastica

Non chiamatela ora di ginnastica
  • 5 Gennaio 2023
  • Arricchire le ore (curricolari) della scuola primaria di due ore di educazione motoria: da un’intenzione studiata male, nasce un errore realizzato peggio.

    L’errore genera altro errore, mi spiego meglio.
    Il Ministero vuole utilizzare per l’insegnamento della materia i docenti di educazione fisica della scuola secondaria. Una idea che parte da una base di scarsa conoscenza del mondo della scuola e di chi ci lavora perché dimentica che i docenti diplomati della scuola primaria hanno nel loro piano di studi lo studio dell’educazione motoria, così come i docenti laureati in scienze della formazione primaria fanno ben due esami di metodi e didattiche delle attività motorie.
    Le nostre maestre –  diciamolo una volta ancora – non sono così impreparate nell’insegnamento della materia, che peraltro viene già insegnata per un’ora alla settimana in tutte le classi del tempo ordinario e per due ore nelle classi di tempo pieno.

    Questo è forse il primo errore (il secondo, se calcoliamo come primo il presupposto ‘sbagliato’ su cui si è costruito l’intero progetto) a cui comunque se ne aggiunge un altro: nel calcolo dell’organico il Ministero si dimentica, per questi nuovi docenti “ibridi” le ore di programmazione settimanale.

    Il calcolo – si osserverà – era complesso (e l’applicazione di questa “nuova materia” per questo anno riguarda solo le classi quinte della scuola primaria) 24.693 classi tra tempo normale e tempo pieno moltiplicate per due ore, quelle previste alla settimana, diviso 22 ore settimanali (orario di lezione frontale di un docente della scuola primaria) dà come risultato 2.244,87 cattedre a cui naturalmente andavano aggiunte le due ore settimanali di programmazione e quindi altre 4.489,63 ore settimanali che trasformate in cattedre.
    Per mantenere la stessa base di calcolo, diventano altre 204 cattedre per un totale di 2.448,87 cattedre, naturalmente il Ministero ne ha concesse 2.247 in tutto dimenticandosene 201,87.

    Se questo è l’effetto dell’applicazione di questa innovazione didattica alle sole classi quinte, immaginiamo che effetto avremo il prossimo anno quando si aggiungeranno anche le classi quarte.

    Ricordo, per finire, un ultimo errore (il terzo o quarto), anche questo previsionale, che ha portato al blocco del concorso già programmato per l’inserimento a tempo indeterminato di questi docenti: le cattedre intere previste per l’anno scolastico 2022 sono state solo 13, troppo poche per prevedere un concorso. Per non parlare dell’opportunità contrattuale di utilizzare docenti di scuola secondaria alla scuola primaria. Situazione che apre a perplessità e dubbi, in un percorso pieno di errori.

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