Cos’è l’istruzione se non ci sono gli insegnanti
Aloyo Stella Oryang è un’insegnante rifugiata in Uganda. Questo il suo intervento nel corso della conferenza mondiale del 16 febbraio scorso al termine del quale ha ricevuto una standing ovation.
Aloyo Stella Oryang è un’insegnante rifugiata in Uganda. Riportiamo la traduzione in italiano e il video integrale del suo intervento nel corso della Conferenza mondiale promossa dalle Nazioni Unite nell’ambito del progetto Education cannot wait, il 16 febbraio scorso, al termine del quale ha ricevuto una lunga standing ovation.
“Essere insegnante è la cosa più importante che ho fatto nella mia vita. Una passione che ho perseguito, non per caso ma per il sogno di diventare una insegnante, per essere capace di essere utile ai bambini, di sostenere l’intera comunità.
Il mio scopo è essere presente lì, per i più piccoli, per insegnare, per essere d’esempio, per insegnare i valori della vita, offrirgli supporto psicologico, rassicurarli che, un giorno, presto, tutto andrà bene.
Malgrado i miei sforzi ci sono cose che non posso fare.
io sono la sola insegnante rifugiata della mia scuola.
Insegno a 200 studenti in una scuola con una popolazione di 2.500 ragazzi. Il 95% di loro è rifugiato.
Come posso fare – mi chiedo – per insegnare a tutti loro a leggere e scrivere?
Come fareste voi se foste al mio posto?
Vorrei che poteste stare al mio posto – stand in my shoes – almeno per un’ora.
Comprendereste da dove vengo.
Ed è questa la ragione per la quel abbiamo bisogno di avere abbastanza insegnanti a scuola.
Io credo fermamente che non ci sia posto migliore, più sicuro per i nostri bambini che non sia la scuola.
E’ una responsabilità collettiva.
Io ho chiamato in causa il Governo del Sud Sudan, il Governo dell’Uganda, tutti gli enti di Cooperazione, i partner di sviluppo sociale, di beneficienza, per incrementare i fondi, in modo da poter reclutare abbastanza insegnanti per le scuole, per pagarli bene e in tempo.
Per fare un esempio: io guadagno 120 dollari statunitensi (USD) al mese.
Che cosa può fare una persona con questa cifra?
[N.d.R.: in Uganda lo stipendio medio nel lavoro pubblico è di 180/230 USD. Un professore a New York guadagna in media 80 mila dollari. L’Uganda è al 6 posto tra i paesi più poveri nel mondo]
E’ questa la ragione per la quale l’aumento di stipendio degl8i insegnanti deve essere considerato prioritario nell’agenda politica. La poca considerazione, per noi insegnanti rifugiati, è ciò che più ci crea sofferenza nel nostro lavoro.
Molti degli insegnanti che sono nei campi rifugiati sta fuggendo perché il loro stipendio è basso. Si spostano su altri lavori, statali, perché lo stipendio è migliore.
Io non posso correre via, scappare.
Quando guardo negli occhi i miei bambini, non posso andarmene.
Certe volte mi chiedo: è perché io sono una rifugiata?
È questa la ragione per cui devo soffrire?
È qui che mi dico: no, non è per questo. È perché nessun altro ha messo al primo posto l’educazione ed è la ragione per la quale siamo riuniti qui oggi.
Gli insegnanti hanno bisogno di supporto, formazione in servizio, capacità di progettazione, innovazione. Tutto questo è ancora più importante per gli insegnanti rifugiati.
E lo è, per noi che veniamo dal Sud Sudan: abbiamo una qualifica diversa da quella dell’Uganda. Per questo entrare nel sistema ugandese richiede un programma di inserimento.
Apprezzo il lavoro del sindacato ugandese per riempire il gap ma resta ancora ampio il divario per assicurare ad ogni insegnante del Sud Sudan di continuare ad insegnare nelle scuole dell’Uganda.
Molte volte le rivendicazioni degli insegnanti sono state ignorate, considerate non importanti.
Le persone danno importanza ai bambini.
Ma se posso fare una domanda: che cosa è l’istruzione senza insegnanti?
Perché dobbiamo avere 222 milioni di giovani e bambini a scuola se non abbiamo insegnanti, il cui impegno è riconosciuto e valorizzato?
Questa dovrebbe essere una domanda comune, per tutti, in questa sede.
Insegnare è una passione.
Insegnare è una missione.
Ecco perché siamo qui. Per essere insegnanti.
Ma abbiamo bisogno di supporto.
Il nostro lavoro con i bambini è arrivato ad un punto critico.
Io faccio la mia parte.
Fate la vostra parte.
Education Cannot Wait, è il fondo globale delle Nazioni Unite per l’istruzione nelle emergenze e nelle crisi prolungate.
Nella conferenza del 16 febbraio 2023, i leader politici mondiali sono stati inviati a sostenere questo progetto che mira a trovare fondi per l’educazione di 222 milioni di bambini e adolescenti dentro le crisi internazionali.