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Le mimose non bastano

Le mimose non bastano
  • 7 Marzo 2024
  • Tante, troppe donne ancora vivono in contesti in cui i loro diritti sono negati, dove è negata loro la possibilità di essere pienamente protagoniste della loro vita anche affettiva e sessuale, di poter accedere a un’educazione di qualità per poter pensare criticamente e avere la chance di trovare un lavoro che corrisponda a loro. Un lavoro che le renda indipendenti e libere!

    Vorrei un 8 marzo spogliato dalla retorica, dal rito senza contenuti, un 8 marzo senza contrapposizioni, senza derive ideologiche sterili, intriso di realismo e animato solo da passione per l’umanità.

    Un 8 marzo sempre, tutti i giorni, con i diritti sempre sotto i riflettori.

    Violenza e discriminazioni di genere, precarietà della vita, disparità salariale e violenza economica, autodeterminazione rispetto al proprio corpo, mancanza di rappresentanza, lotta agli stereotipi che ancora esistono in una società fortemente patriarcale devono essere al centro del discorso pubblico e dell’agenda politica. Invece questi fattori sono percepiti (e raccontati) come problemi “delle donne”.

    Chi è più consapevole del proprio privilegio deve impegnarsi non a CELEBRARE, ma a FARE affinché si parli finalmente di una leadership femminista e non femminile!

    Lucia Di Gioia


    Il potere delle parole contro pregiudizi e stereotipi

    Nella Giornata internazionale della Donna ancora troppo poca autorevolezza e considerazione è riconosciuta alle donne, alle loro capacità e competenze, con un evidente disparità all’interno della società.

    Modelli, punti di vista e modalità di espressione di oggi sono lo specchio della nostra realtà e alimentano le regole che la governano, creando pregiudizi e stereotipi.

    Il potere del linguaggio si riflette ovunque, in ogni ambito, contribuendo alla formazione di pensieri sessisti che spesso si trasformano in azioni. E i social amplificano in modo esponenziale questa differenza. Senza contare i vari tipi di violenza agita sulle donne. A mio parere, sarebbe auspicabile, già a partire dalle “parole”, sviluppare un linguaggio che incrementi il senso civico, di solidarietà e di coesione, condannando gli stereotipi e i tabù di genere a favore di una politica di rispetto e uguaglianza reciproca.

    Elisabetta Barbana


    Conciliare lavoro e famiglia non può essere una questione di fortuna

    «La donna lavoratrice ha gli stessi diritti (…) le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale, adeguata protezione». Art.37 Cost.

    La Costituzione italiana riconosce alla donna una speciale funzione nell’ambito familiare, all’interno del quale dovrebbe trovare sostegno, condivisione di responsabilità e rispetto. Ognuna di noi svolge un’attività lavorativa (e non è sempre così scontato, anzi!) che la impegna per l’intera giornata, a sua volta, piena di impegni domestici.

    Io sono orgogliosa della mia professione di docente che svolgo con passione e dedizione e lo sono anche della mia famiglia che amo immensamente. Vorrei poter conciliare tutto con maggiore serenità, senza ritrovarmi sfinita a fine giornata, oppure insoddisfatta o, peggio ancora, giudicata se mi concedo un caffè o una pizza con le amiche.

    Non lasciamo che sia solo una questione di “fortuna” se abbiamo un marito comprensivo e collaborativo, rivendichiamo il diritto ad avere una vita libera, realizzata, sotto tutti gli aspetti, come sancisce anche l’art.3 Cost. del «pieno sviluppo della persona umana».

    Isabella Del Papa


    Rivendichiamo il nostro diritto ad essere persone autentiche

    Una donna che chiede sempre di più a sé stessa; una donna a cui viene richiesto di dimostrare di essere sempre brava in tutto nel lavoro, a cui non è permesso rilassarsi un attimo per avere un proprio ruolo.
    In questo processo incalzante, la donna rischia di diventarne vittima o carnefice. Rischiamo e, spesso diventiamo, nemiche di noi stesse e delle stesse donne per la tanta competizione che funge da ulteriore ostacolo.
    Parliamo di buone pratiche e rivendichiamo il nostro diritto ad essere persone autentiche: il diritto alle opportunità e ad una flessibilità contrattualizzata nel lavoro. Deve essere valorizzata l’autenticità delle persone ed in particolare della donna, nel loro approccio al lavoro.

    Marianna Tiozzo Caneazzo


    Ogni persona deve avere accesso alle stesse opportunità

    Le pari opportunità per me rappresentano un fondamento essenziale per una società equa e inclusiva. Nel mio lavoro ho sempre cercato di garantire che ogni persona abbia accesso alle stesse opportunità, indipendentemente dal genere, dall’origine etnica o da altri fattori favorendone il benessere sociale. Ho Lavorato sempre per eliminare le disparità di genere e per promuovere l’uguaglianza.

    Cinzia Fruscione

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