I 7 professori del cinema che tutti (o quasi) vorremmo avere
In questo articolo andremo ad indagare proprio su questo: quali sono i professori del cinema che non dimenticheremo mai? E soprattutto, che cosa ci hanno insegnato?
È una generatrice perpetua di lezioni di vita, è stata amata e odiata, non è mai rimasta indifferente, ma soprattutto ci ha insegnato tanto. È la scuola, ancora oggi la palestra primaria della vita, un luogo a cui il cinema non poteva non riservare un’attenzione particolare nel corso della sua storia.
Sono molti i film sulla scuola che in questi anni ci hanno raccontato un pezzo del settore dell’istruzione, italiano e straniero. Spesso si tratta di storie che indagano sulla forza di volontà, sulla condivisione, sul rispetto reciproco e sul sacrificio, ma anche sul rapporto studenti-insegnanti e sul ruolo centrale che questi ultimi hanno nella nostra società.
In questo articolo andremo ad indagare proprio su questo: quali sono i professori del cinema che non dimenticheremo mai? E soprattutto, che cosa ci hanno insegnato?
7) MANTENERE IL FUOCO DELL’INSEGNAMENTO IN UN CONTESTO DEMOTIVANTE. Il professor Vivaldi – La Scuola
È il 1985 e Daniele Luchetti dirige una commedia dolceamara sulla scuola, ambientato interamente in un istituto fatiscente della periferia romana. Il film racconta scrutini e vicissitudini varie tra docenti e alunni in un anno scolastico che sta per volgere al termine. I protagonisti sono gli studenti ma soprattutto gli insegnanti, ritratti quasi tutti come demotivati, imprigionati nella burocrazia e protagonisti di situazioni disagianti. Ci sono però delle eccezioni. Su tutti il professor Vivaldi (Silvio Orlando), paziente, idealista, molto sensibile alle difficoltà familiari e caratteriali dei suoi allievi.
6) ALLONTANARE I RAGAZZI DALLA STRADA. Marco Tullio Sperelli – Io speriamo che me la cavo
Uno spaccato sulla situazione delle scuole della periferia italiana, ma anche un connubio riuscitissimo di simpatia, tenerezza e malinconia. Si potrebbe riassumere così “Io speriamo che me la cavo”, capolavoro del 1992 di Lina Wertmuller, e prova attoriale della maturità per Paolo Villaggio.
Il compianto attore qui interpreta il maestro elementare Marco Tullio Sperelli, docente trasferito in una scuola nel napoletano per errore. Sperelli si ritrova a fare i conti con una realtà problematica nella quale cercherà di indirizzare i suoi bambini a studiare e allontanarsi dalla strada.
La forza del personaggio del maestro Sperelli sta nel suo riuscire a cogliere l’anima dei suoi studenti. Ne comprende marachelle e furbizie, ma anche dolore ed esperienze quotidiane.
5) INSEGNARE A CREDERE IN SE STESSI. Dewey Finn – School of Rock
Non è un vero professore e, diciamolo, i suoi metodi sono poco ortodossi, ma Dewey Finn (interpretato da un divertentissimo Jack Black) ha il merito di insegnare ai suoi ragazzi a credere in sé stessi e soprattutto ad essere sé stessi. Lo fa però alla sua maniera. Finn è un musicista squattrinato che ha bisogno di soldi e per ottenerli, lavora sotto falso nome come supplente in una scuola media. Dovrebbe seguire gli studenti in tutte le materie, ma durante le sue ore di lezione si studia a pane e rock. L’obiettivo? Vincere la battaglia delle rock band della città suonando con i suoi ragazzi.
Col tempo Finn capirà l’importanza del ruolo dell’insegnante, si appassionerà ai suoi ragazzi e spronerà i suoi alunni a seguire le proprie passioni con perseveranza e determinazione, andando anche contro gli altri docenti e i genitori.
4) COMBATTERE IL MASCHILISMO. Katherine Ann Watson – Mona Lisa Smile
Nella tranquilla America degli anni 50’, l’epoca della Guerra Fredda e del maccartismo, la fiamma del femminismo non si è ancora accesa. Il compito di una donna è quello di prepararsi al matrimonio con un buon partito. Non è d’accordo però la professoressa Watson (Julia Roberts) di Mona Lisa Smile, trentenne docente di storia dell’arte che si trasferisce nel prestigioso collegio californiano di Wellesley, dove le studentesse non vogliono altro che essere allevate ad affrontare la “vita perfetta”, da madri e mogli devote.
Sarà proprio l’insegnante a far cambiare idea alle ragazze, perseguendo i suoi principi e facendo crescere nelle sue allieve il senso e la condizione dell’emancipazione femminile in una società così maschilista.
3) RICREARE UN MOVIMENTO TOTALITARIO. Rainer Wenger – L’Onda
Un esempio perfetto del potere e dell’influenza che un affascinante docente può avere sui ragazzi. Rainer Wenger, professore ribelle mette in pratica un esperimento sociologico in un liceo tedesco: per una settimana si finge leader assoluto della classe e educa i ragazzi al rigido rispetto dell’autorità e alla totale disciplina. Crea L’Onda, un movimento vero e proprio, con una divisa comune, segni di riconoscimento ben definiti e un’identificazione istantanea.
Le intenzioni del prof Wenger (Jurgen Vogel) sono nobili – dimostrare che il totalitarismo può sempre rinascere – ma il suo progetto si rivela disastroso. In pochi giorni il livello di immedesimazione della classe (e del docente stesso) innescano meccanismi comportamentali che valicano le mura scolastiche. Si va dalla discriminazione alla propaganda violenta, fino all’affermazione del potere. Insomma, totalitarismo vero e proprio.
2) ABBATTERE MURI E BARRIERE. François – La Classe
Vincitore della Palma d’Oro come Miglior film al Festival di Cannes 2008, La Classe di Laurent Cantet è uno dei film educativi per eccellenza. Si concentra sul rapporto tra i ragazzi di una scuola multietnica di periferia francese e il docente che cerca, con non poche difficoltà, di spingersi oltre i loro limiti, coinvolgendoli in dibattiti e cercando in tutti i modi due mondi apparentemente inconciliabili.
Quello di Cantet è un film che parla di muri da abbattere. Il più grande è quello sociale. Ci troviamo di fronte ad una classe composta in gran parte da ragazzi originari di altri paesi, che non si sentono francesi e non vogliono imparare la lingua. Muro dopo muro, barriera dopo barriere, il professor Francois si farà strada per creare un dialogo tra culture, indispensabile in una società multiculturale.
Il film è girato come se fosse un documentario ed è tratto da un libro semi-autobiografico dell’insegnante François Bégaudeau, che interpreta anche il ruolo principale nel film.
L’altro grande merito della pellicola è il realismo. Il film, evidentemente anti-tradizionalista, non è stato fatto all’insegna delle spese: al contrario, si sono presi per girare le scene dei ragazzi e dei professori volontari e anche le persone che interpretano il ruolo dei genitori nel film sono realmente i genitori dei ragazzi.
1) SVILUPPARE IL PENSIERO CRITICO. John Keating – L’Attimo Fuggente
“O capitano! Mio Capitano”. Un primo posto forse già scritto in partenza, ma sul gradino più alto del podio tra gli insegnanti migliori del cinema, non poteva che esserci lui. Chi? Il professor John Keating (L’Attimo Fuggente), interpretato da uno strepitoso Robin Williams candidato all’Oscar come miglior attore nel 1989.
Il personaggio anticonformista del professor Keating è un inno alla libertà, un modello unico e inarrivabile che sprona i suoi ragazzi a seguire i loro sogni anche andando contro famiglie e imposizioni sociali. Non solo. Keating è un capitano dell’apprendimento, fa di tutto per aiutare i suoi ragazzi a sviluppare il loro pensiero critico, aprendone le menti e rendendoli emancipati. Il risultato? Entusiasmo, curiosità e voglia di imparare.