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Giudizio e responsabilità, i valori di un sindacato che decide

Le condizioni per la firma di un contratto sono determinate dalle scelte che con esso si vanno ad effettuare, che hanno ricadute sul personale. Quando un contratto è peggiorativo rispetto al precedente evidentemente queste condizioni non ci sono.

Giudizio e responsabilità, i valori di un sindacato che decide
  • 21 Novembre 2023

  • La Uil Scuola Rua negli anni è andata avanti nel suo percorso di crescita: dagli Anni Novanta ad oggi ha moltiplicato del 300% i suoi iscritti. Potremmo dire che è passata dall’essere mediante ad essere determinante. A potersi permettere, in assoluta solitudine, di non firmare un contratto.

    Oggi ha la forza politica per farlo.

    Quindi, per mutuare una frase dei Promessi Sposi di Manzoni, possiamo dire che la Uil Scuola Rua è andata veloce nella crescita ma per raggiungere questo obiettivo si è mossa con responsabilità, mettendo sempre al centro delle politiche l’interesse dei lavoratori. Anche in questa fase di rinnovo contrattuale si è mossa con giudizio.

    Ho vissuto gli Anni Novanta, quelli da ‘pionieri del merito’. E ricordo benissimo quando ai tavoli ministeriali era molto difficile far passare il concetto che non si è pro o contro per principio, che le posizioni sono il risultato delle proposte, dell’analisi, del giudizio.

    Ho vissuto anche gli Anni della svolta del Millennio, quando i silenzi della Uil pesavano come macigni e il più delle volte era la nostra “squadra” a condizionare gli esiti delle trattative.

    Questo risultato di crescita è figlio di un’intuizione dell’allora segretario generale Uil, Giorgio Benvenuto, che agli inizi degli Anni Novanta commissariò la struttura affidandola ad un gruppo di giovani dirigenti territoriali, superando di fatto la logica delle vecchie componenti che facevano riferimento alla politica.

    È da lì che vengono i successi di oggi ed è grazie a quell’intuizione che oggi la Uil Scuola si è potuta permettere di fare scelte coraggiose e lungimiranti in un contesto fortemente confederale che ha sostenuto queste scelte.

    Le condizioni per la firma di un contratto sono determinate dalle scelte che con esso si vanno ad effettuare, che hanno ricadute sul personale. Quando un contratto è peggiorativo rispetto al precedente evidentemente queste condizioni non ci sono.

    Dopo mesi di estenuanti e complesse trattative, al momento della verità, quando si devono assumere decisioni difficili, la Uil Scuola Rua ha fatto semplicemente quello che migliaia di lavoratori hanno chiesto e si aspettavano da noi: mantenere un comportamento coerente e non succube della politica.

    Il testo definito in sede Aran non rappresentava un passo in avanti, non rispondeva alle aspettative di chi la scuola la fa funzionare: i limiti della proposta li abbiamo messi inevidenza con grande chiarezza.

    Tra questi, il nodo politico sulla mobilità che prevede un blocco triennale, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, sono i motivi che hanno determinato la scelta.

    Scelta difficile ma coerente con la storia di un sindacato laico e riformista, distante dalla politica politicante e vicina ai lavoratori.

    Fino all’ultimo momento la Uil ha tentato di introdurre modifiche nelle parti che riteneva non coerenti con le rivendicazioni e i diritti del personale.

    Il testo sottoscritto, invece di snellire e migliorare il contratto, ‘appesantisce’ le mansioni di tutto il personale Ata: una inaccettabile ulteriore attribuzione di ruoli per cui i collaboratori scolastici, gli assistenti amministrativi e i Dsga saranno soggetti ad ogni tipo di lavoro, con riferimenti generici alla formazione, senza che essa venga imputata a carico dell’amministrazione.

    Tutto questo in cambio di una impercettibile valorizzazione economica non in linea con i carichi di responsabilità e di lavoro del personale, già tartassato negli anni precedenti da politiche di tagli lineari.

    Responsabilmente abbiamo firmato il contratto nella parte economica: misura che doveva essere colta in sede di contrattazione a dicembre. Diversa è la comunicazione pubblica che è stata fatta degli aumenti: si è operato una moltiplicazione dei tempi e degli importi.
    Quelli concordati, definiti nel contratto, vanno scorporati da quanto già percepito con l’accordo economico. La previsione di una vacanza contrattuale con la prossima Finanziaria è ancora tutta da definire.

    I limiti normativi e l’esiguità dei rimedi proposti restano evidenti. le scelte di politica sindacale chiamano ogni organizzazione alle sue responsabilità. E ognuno risponde ai propri iscritti.

    Alla vigilia di uno sciopero che chiama in causa i diritti di tutti – su previdenza, sanità, fisco, sicurezza –   la scuola svolge un ruolo determinante nel chiedere investimenti per il sistema nazionale di istruzione, per togliere i capitoli dedicati alle spese per l’istruzione dal Patto di stabilità, per dire no al dimensionamento scolastico e a ogni ipotesi di regionalizzazione. Retribuzioni rispondenti al lavoro che si fa a scuola, profili professionali coerenti con i compiti, più autonomia e meno burocrazia sono le richieste che vengono rivolte a questo Governo.

    Una giornata che non è il punto di arrivo ma un punto di ‘appoggio cartesiano’ verso nuovi impegni: tra le persone, nelle scuole per superare le difficoltà evidenti che tutto il personale incontra nel proprio lavoro quotidiano. Un impegno concreto e coerente per sostenere le sfide e per riconoscere l’impegno.

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