Un magazine on line? Come fate ad essere tra la gente se poi fate un giornale on line?
Dopo la pandemia la necessità di un contatto diretto è diventata fortissima. La relazione personale è tornata preziosa perché a rischio in un mondo di informazioni regalate.
In questo tempo diventa essenziale produrre informazioni, che sono facili da avere.
Sembra che tutti possano averle. Appartengono a tutti. Il loro valore viene regolato non dal possesso ma dall’accesso. L’ho letta pure io, la so pure io, l’ho vista prima io…
Il passaggio dal possesso all’accesso è ciò che stiamo vivendo. È la rivoluzione in atto.
Il disastro della cattiva informazione digitale è che non abbiamo più tempo per chiudere gli occhi. Non abbiamo più silenzio. Questo sistema trasforma anche l’immateriale in merce.
La cultura ha la propria origine nella comunità. Più la cultura diventa merce, più si allontana dalla propria origine. E una volta divenuta merce la comunità cessa di esistere.
E questo alla scuola non possiamo permetterlo.
Vogliamo essere dentro questo nostro tempo: dove i giornali si leggono a video, le informazioni (se buone, e se utili) si salvano col tasto destro del mouse, le parole diventano hashtag, le immagini si condividono. E ci piace utilizzare questi strumenti che ampliano le possibilità. Ci piace imparare, conoscere. Honnis soit chi per primo dice: ti ho mandato il link, ti ho girato la mail, senza spiegare, raccontare, condividere veramente. Come un adempimento.
Ecco leggiamo e poi andiamo a parlarne con le persone. Torniamo ad usare un linguaggio bello e trasparente, facciamo crescere le emozioni e l’entusiasmo.