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Il riformismo è servito, on demand

Il riformismo è servito, on demand
  • 14 Ottobre 2022
  • La 18^ Legislatura ci riconsegna una scuola stretta nei confini del suo assetto ordinamentale.
    Un sistema nazionale di istruzione che, dopo la pandemia, sta cercando con ogni energia la svolta auspicata, che resta ancora lontana mentre si soffia sugli aspetti che ne hanno esasperato le criticità.

    Una situazione, che non va necessariamente ricondotta all’emergenza sanitaria, perché a ripercorrere gli ultimi anni, i quattro ministri del Dicastero dell’Istruzione sono stati l’espressione politica di diverse maggioranze.

    Altro fatto cui porre attenzione è quello della disponibilità – annunciata a più riprese e gestita solo nella fase di avvio – di risorse incredibilmente cospicue, fatto rarissimo nel corso dell’intera vita dell’Italia repubblicana, messe negli obiettivi strategici del PNRR, il Piano cardine dell’ultima legislatura.

    Non ha però funzionato la filosofia ispiratrice: lo scambio delle risorse con le riforme.
    Il processo riformatore, forzosamente messo in piedi in modo sostanzialmente burocratico, di finalizzazione di budget, si è preoccupato unicamente di assecondare i principi dell’economia di stampo liberista.

    Nessun investimento sulle persone, anzi irrigidimento dei percorsi di scrematura, progettazione di dosi spropositate di formazione (è sfuggito, persino, il termine ‘addestramento’), devoluzione del nascente segmento dell’istruzione terziaria professionalizzante alle imprese, aumento della precarietà, il contratto di lavoro ancora non siglato, unico tra quelli pubblici ancora fermo tra veti politici ed esiguità dei finanziamenti.

    L’Esecutivo che si appresta a governare il paese, sulla scuola partirà da questa situazione, avrà il difficile compito di riordinare un ambito reso complesso da un processo riformatore eterodiretto, rimasto a metà.
    I troppi decreti attuativi da introdurre ne hanno frenato la corsa.

    Adesso occorrerà comprendere se può arrivare il momento del ripensamento (meglio della riflessione) o se si intenderà completare il contesto regolativo. La Uil Scuola Rua non nutre alcun pregiudizio nei confronti della classe politica appena eletta, andrà misurata sui fatti. La difesa della scuola pubblica, nazionale, statale, laica e costituzionale, deve tornare ad essere patrimonio culturale dell’intero Paese.

    Giancarlo Turi

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