“Le scuole non sono imprese” – la lectio magistralis di Nuccio Ordine
Il saggista e professore ordinario di letteratura italiana presso l’Università della Calabria è intervenuto al 2° Congresso Nazionale della Federazione Uil Scuola Rua.
Come i pesci nell’acqua in cui nuotano, siamo immersi nel flusso delle informazioni.
Viviamo continuamente esposti a opinioni e punti di vista diversi. Tra realtà e interazioni.
Costantemente circondati da una moltitudine di voci che cercano di catturare la nostra attenzione e influenzare le nostre convinzioni.
La soluzione non può essere quella di tapparsi le orecchie, come fece fare Ulisse ai suoi marinai, per evitare di ascoltare.
Siamo indipendenti, e allo stesso tempo plurali e liberi. Se vogliamo assumere un ruolo ancor più determinante per la tutela dei lavoratori, dobbiamo saper ascoltare, pensare liberamente, decidere con responsabilità.
La Uil Scuola Rua rappresenta tutti i lavoratori della conoscenza e ogni giorno si occupa di difendere i loro diritti, negoziando le migliori condizioni di lavoro e lottando per promuovere il riconoscimento che il personale merita per il lavoro che svolge.
L'ascolto e il confronto non significano necessariamente accettazione acritica. Possiamo prestare attenzione alle opinioni degli altri, anche se diverse dalle nostre, e mantenere una posizione critica, difendere le nostre convinzioni. Avere rispetto del dissenso è parte della democrazia. Come mediare, negoziare e decidere.
Insomma, come Ulisse, possiamo scegliere: ci tappiamo le orecchie oppure andiamo dritti sulla via dei nostri valori.
Io una risposta ce l’ho.
Giuseppe D'Aprile, Segretario generale Uil Scuola Rua
Il saggista e professore ordinario di letteratura italiana presso l’Università della Calabria è intervenuto al 2° Congresso Nazionale della Federazione Uil Scuola Rua.
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Anche quest’anno, come ogni anno, migliaia di persone, fra studenti, genitori e insegnanti «vivranno momenti magici, quando ricominceranno le lezioni in tutta Italia…: nuclei di umanità che entreranno in rapporto, mondi interiori pronti a travasare gli uni negli altri, sensibilità a confronto, caratteri in formazione e maturità da conquistare» – scriveva lo studioso Eraldo Affinati qualche tempo fa sulle pagine di Repubblica.
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“Avevo un posto di lavoro sicuro, pieno di certezze ma non ero felice. L’ho lasciato e sono diventata un’insegnante e il viaggio che ho intrapreso è fantastico. Sono precaria, piena di dubbi e ostacoli, ma le emozioni che sto vivendo sono uniche”
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